L’immagine cattura una delle 31 installazioni dell’artista britannico Antony Gormley ad Hong Kong, parte del progetto itinerante Event Horizon, ad oggi apparso a Londra, New York, São Paulo e Rio de Janeiro. Le sue silhouettes, modellate sul suo stesso corpo, si materializzano sulla cima dei grattacieli più alti e significativi del distretto finanziario e per le strade. Di trentuno sculture, ventisette sono realizzate in vetroresina (quelle posizionate nelle zone alte degli edifici); le altre, posizionate a livello della strada, sono realizzate in ferro battuto. Con questo lavoro Gormely riconnette l’uomo con la parte invisibile dell’universo (l’orizzonte degli eventi – appunto – che in fisica indica una superficie limite oltre la quale nessun evento può influenzare un osservatore esterno). «Questa installazione – sostiene l’artista – fa riflettere su come il nostro mondo civilizzato si relazioni all’eredità della nostra terra; è stato concepito originariamente nell’ anno in cui è stato dichiarato, per la prima volta, che la metà della popolazione del pianeta viveva nelle città» (Gormely,Event Horizon‘s statement, tradotto dall’inglese) .
Antoney Gormley, Event Horizon, Hong Kong, until May 16, 2016
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